Ciao Reader! Oggi sono tornata con una recensione ossia Il Cigno di Elsa Lohengrin.
Il Cigno di Elsa Lohengrin è il primo volume autoconclusivo appartenente alla saga degli Altavilla, della quale so che a breve uscirà un nuovo libro su un personaggio presente in questa storia, ed è disponibile sia in versione cartacea che formato e-book.

Il Cigno di Elsa Lohengrin
Ho conosciuto Elsa l’anno scorso al Festival del Romance di Milano, e dopo una lunga chiacchierata con me (e il mio aiutante, nonché ragazzo) mi ha voluto regalare questo libro in cambio di una recensione.
Ne sono molto grada di questa sua decisione perché mi ha intrigato subito appena ho cominciato a parlare con lei e per questo la ringrazio, ma allo stesso tempo mi scuso anche per il tempo che ci ho messo per fare uscire questa recensione, però fra il lavoro e la tesi, non sapevo veramente a chi dare i resti, quindi grazie tante per la tua fiducia, ma anche perdonami.
Veniamo a noi; il libro Il Cigno, per me è un grande punto interrogativo, o meglio, me ne ha fatti venire tanti; ma andiamo con calma.
La scrittrice ha una penna magistrale, fluida, incalzante e si vede una ricerca minuziosa nell’ambito della scientifico, soprattutto per quello della medicina legale, tema centrale della storia.
La storia ha tratti un po’ mistery e un po’ romance (ma pochi, veramente pochi). Il nostro protagonista, il dottor Killian Altavilla vuole diventare medico legale, e quando gli si punta davanti la strada, l’occasione praticamente della sua vita, ossia diventare l’assistente di uno dei medici legali più famosi e bravi ossia il Professor Lachlan MacLeod, non se la fa sicuramente scappare dalle mani anche se ciò significa rinunciare alla sua famiglia, alla sua sanità mentale e soprattutto alla sua compagna, , Mélanie, con la quale sta vivendo un periodo veramente incerto e faticoso.
Apprezzo molto la figura di Killian, fa un percorso professionale e di vita veramente notevole; finalmente da ragazzo diventa finalmente uomo, capace di prendere decisioni con la sua testa senza farsi influenzare da niente e nessuno, riesce a farsi rispettare e comprende qual è il suo posto nel mondo. Da inetto si trasforma in una farfalla inarrestabile e tutto questo solo grazie a MacLeod, il suo mentore nella vita e nel lavoro. Una persona apparentemente rude ma che si rivela di una dolcezza infinita. Rigido e riservato sì, anche perché la vita ti impone di esserlo soprattutto se sei una persona di spicco e di notevole importanza in certi ambiti; MacLeod rilascia a Killian (e a tutti noi) diverse perle di insegnamento, non sempre scritte esplicite; molte sono da comprendere fra le righe e sono le più preziose.
Ho apprezzato anche tutta la famiglia attorno a Killian, una famiglia di ricca sì, ma unita, che si dà consigli e si vuole bene. Basta raccontare di famiglie distrutte, che si odiano; serve un po’ di amore in questo mondo, perché ancora ne è rimasto poco.
Qui è stata brava l’autrice a raccontare una storia inventata ma così verosimile e totalmente accessibile a tutti, potrebbe capitare a chiunque, dal nostro vicino di casa al nostro amico più intimo.
Unico personaggio che ho odiato, è stato Mélanie. Veramente insopportabile.
Falsa, totalmente. Quella classica persona convinta che il mondo deve girare solo attorno a lei e tutti devono stare ai suoi piedi e ai suoi comodi, mai che si mette nei panni altrui per capire i sentimenti o immedesimarsi nei pensieri di un’altra persona. Semplicemente egoista e vuota.
Ora, veniamo ai contenuti della trama. L’ho trovata un po’ “piatta” (passatemi questo termine) sì lo studio, sì la storia d’amore ma stop; gli unici brividi o elementi che hanno catturato la mia attenzione sono stati l’incubo del cigno e gli omicidi commessi, e mi sarebbe piaciuto che l’autrice li analizzasse un po’ di più perché sono veramente gli unici pezzi che danno un po’ di brio (oltre all’enigma della vita sul professore) alla storia e a parer mio, l’autrice sarebbe portatissima a scrivere un romanzo thriller/giallo perché in poche righe ti cattura l’interesse.
In conclusione, per me questo libro è un ni; mi ha lasciato tanto amaro in bocca ma anche tanto vuoto. Da leggere assolutamente per capirlo ma poi è come se ci fossero dei piccoli buchi di trama e altrove troppi prolungamenti che non ci sarebbero dovuti essere.
Sicuramente il finale fa risalire la storia; totalmente inaspettato e diverso da quello che riprometteva la lettura, sicuramente d’effetto.
Bene Reader, per oggi è tutto. Io ti mando un saluto virtuale e alla prossima!