Sentieri fra i classici

Sentieri fra i classici: Don Quijote di Miguel de Cervantes

Sentieri fra i classici: Miguel de Cervantes

Ciao Reader! Oggi sono tornata con una nuova rubrica ossia Sentieri fra i classici.

Sentieri fra i classici è una nuova rubrica che porterò ogni lunedì su questo blog dove analizzeremo e scopriremo insieme i vecchi classici della letteratura italiana e non, esploreremo i piccoli segreti sul libro in questione e tanto altro.

Per questo primo appuntamento ho deciso di parlare del Don Chisciotte della Mancha scritto da Miguel de Cervantes.


Sentieri fra i classici: Don Quijote

Ho letto questo libro al liceo; non ne ero rimasta per niente convinta ma dopo anni, l’ho dovuto rileggere (in spagnolo) per portarlo a un esame universitario che verteva tutto su di lui e la mia visione su questo romanzo è cambiata totalmente.

Devo dire che l’ho apprezzato particolarmente, ho scoperto sfaccettature della storia e tecniche di scrittura particolari che mi hanno fatto incuriosire.

Intanto partiamo dall’inizio, conosciamo l’autore.


Miguel de Cervantes

Miguel de Cervantes nasce nel 1547 quando l’allora re di Spagna, Carlo V abdica e il potere passa al figlio Filippo II. Morirà il 23 aprile 1616, stessa data della morte di un altro grande autore e drammaturgo ossia Shakespeare.
Cervantes non appartiene alla nobiltà né al mondo della chiesa, è semplicemente un soldato della classe sociale medio-bassa. Studia molto ma è conosciuto soprattutto per il suo animo battagliero e rivoluzionario. Parteciperà a molte battaglie soprattutto una le costerà quasi la vita, ossia quella di Lepanto del 7 ottobre 1571 dove perde l’uso della mano sinistra.
Da qui deriva il suo soprannome per il quale è conosciuto ad oggi, scansando il nome della madre, ossia Saavedra, termine che deriva dalla parola araba shaibedraa, che nello spagnolo dell’epoca significa gergalmente monco.


Miguel de Cervantes pubblica nel 1605 la prima parte del Quijote che ha molto successo infatti poco dopo (precisamente nel 1612) viene pubblicata anche un’edizione tradotta totalmente in inglese.

L’edizione del 1605 ha come titolo El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha anche se è meglio nota come El Quijote. Ci fu una seconda parte del 1615, edizione che indusse molti lettori a pensare in un continuo dell’opera però non ebbe il successo sperato poiché la critica disse che mancava della qualità e coerenza logica dei fatti e personaggi presenti nella prima parte e questa versione è nota con il titolo di El Quijote de Avellaneda scritta da Alonso Fernandez de Avellaneda.


Il romanzo narra le avventure e disavventure del soldato Alonso Quijano che dopo aver letto libri di cavalleria, perde totalmente il senno e crede di esser diventato uno dei personaggi che popolano le trame dei romanzi che ha letto. Decide quindi di trasformarsi in un cavaliere andante che vede in sé stesso la responsabilità di far ritornare l’antica forma della vita cavalleresca e aiutare i più sfortunati.

L’obiettivo di Cervantes? L’obiettivo è quello di fare una critica pungente ai romanzi di cavalleria inoltre tramite la satira, lo scrittore, vuole criticare e correggere al tempo stesso i vizi della sua società.


L’opera

La prima edizione è divisa in due libri.

Nel primo, comprendente cinquantadue capitoli, si sviluppano due delle tre “salidas” che realizza il protagonista: nella prima uscita/salida il soldato viaggia solo per la sua terra ossia La Mancha, in cerca di avventure mentre nella seconda è accompagnato dal suo fedele scudiero Sancho per le terre di Aragòn.

La seconda parte invece, è formata da trentaquattro capitoli dove lo scrittore tratta l’ultima salida del Don Quijote che viaggia per le terre catalane con l’intento di salvare il mondo in forma di cavaliere medievale, in seguito viene citato il suo ritorno a casa, il ritrovo della sua sanità mentale infine, la sua morte.


Sono tante le parti che mi hanno colpito di quest’opera, ma in particolar modo mi è rimasta impressa la questione femminile presente in essa.

Nel Quijote la presenza femminile è molto forte. Le varie figure incarnano valori ed ideali diversi, alcune si somigliano di più, altre sono l’una l’opposto dell’altra.

La prima figura da nominare è Dulcinea, la dama alla quale sono dedicate tutte le avventure di Don Quijote. Dulcinea viene continuamente elogiata dal suo cavaliere e viene descritta come una dama dalla bellezza sovrumana e degna di lode.

In realtà si verrà poi a scoprire che essa altro non è che Aldonza Lorenzo, contadina de
la Mancha abbastanza rozza e mascolina che non ha mai avuto nulla a che fare con il protagonista.
Dulcinea è quindi personaggio fittizio che nell’opera rappresenta l’amore ideale e platonico, un amore che esiste solo nell’immaginario del protagonista. Infatti quando Quijote dà la lettera a Sancho per poterla consegnare a Dulcinea, lui la perde e la recita a memoria, quindi non arriverà mai a destinazione e questo vuole sottolineare proprio il fatto che questo personaggio non esiste.



Altra figura, anch’essa rappresentativa dell’amore ideale è Marcela, protagonista della prima novela intercalada che appare nell’opera. Marcela viene accusata di aver ucciso Grisostomo con la sua meschinità ed il suo rifiuto di sposarlo nonostante lui avesse abbandonato tutto per lei.
Essa dunque si ritrova a dover difendere il suo onore e, rispondendo alle accuse ricevute, rivendica la sua libertà di scelta e di vivere in comunione con la natura.
Secondo lei il vero amore deve essere volontario e spontaneo e l’ideale platonico visibile attraverso le sue parole secondo cui “todo lo hermoso es amable” (tradotto: tutto ciò che è bello è amabile).


A questa visione platonica si contrappone l’amore fisico e passionale rappresentato da Maritornes, la locandiera che ritorna in diversi capitoli.
Maritornes viene descritta come una donna non bellissima ma con una forte animalità, è un personaggio esuberante, molto libertina e “distratta”.
Nonostante ciò, la donna rimarca più volte il suo essere cristiana per cui vediamo una contraddizione tra le sue azioni (compiute in cambio di regali) e le sue idee.
Essa poi è un personaggio che evolve nella sua descrizione e che alla fine si mostrerà molto caritatevole e non così sciocca.


Proprio come Marcela, anche un’altra donna presente in una novela intercalada si trova a dover combattere per proteggere il suo onore, ossia Dorotea. Inizialmente le due donne sembrano somigliarsi molto perché entrambe vivono appartate da tutto ma Dorotea, a differenza di Marcela, ad un certo punto cederà alle avances di Don Fernando, anche se, per cercare di proteggersi ricorrerà all’espediente del matrimonio segreto (dimostrandosi anche abbastanza furba).
Mentre Marcela dunque vive libera ed integra per sua scelta, Dorotea è una donna sedotta e abbandonata che deve lottare essendo stata disonorata.


Ci sono tanti altri personaggi femminili nell’opera ma queste sopra citate sono le più significative; ogni donna lotta per la propria libertà in un periodo dove non si aveva ancora diritto di pensiero e voto, un periodo dove la figura femminile veniva considerata solo per procreare e curare la casa, non avevano importanza nelle classi sociali.

Queste sono donne che lottano per un desiderio proprio, vanno contro a ogni pregiudizio della società e ciò voleva dire anche disonorare sé stessi e l’intera famiglia con conseguenza il rischio di essere ripudiate, ma non si arrendono davanti a niente e nessuno pur di inseguire il sogno della libertà. Non tutte riusciranno nel loro intento, altre dovranno combattere con i pregiudizi e vivere con il peso delle scelte, ma ogni cosa desiderata ha un prezzo che deve essere pagato.


Per concludere: posso solo che consigliare di leggere questo romanzo, è un grande classico che può risultare noioso e invece no, dagli un’opportunità poiché racchiude al suo interno tante sfaccettature da scoprire, messaggi nascosti, tematiche importanti. Da ricordare che l’autore scrive quest’opera nel XVII secolo, periodo di grande tensione sociale, conflitti storici e censure (in particolar modo all’interno del libro si parla della Grande Inquisizione, della quale l’autore fa una critica non propriamente sottile nel capitolo sei).


Bene Reader, per oggi è tutto. Io ti mando un saluto virtuale e rimani collegato per non perderti i prossimi articoli!

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